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Insieme riscriviamo la storia!

Camilla Canepa

Caso Camilla Canepa: 5 medici verso il processo per la morte dopo il vaccino Astrazeneca

Di Carmen Tortora

Aveva solo 18 anni. Una vita in fiore, un cuore pieno di sogni, una giovane donna che guardava al futuro con la dolce incoscienza tipica di chi non ha ancora conosciuto la malizia del mondo. Quel mondo, però, l’ha inghiottita senza pietà. Camilla è morta sacrificata sull’altare dell’obbedienza cieca, della fede scientifica che non ammette dubbi, né colpevoli.

Era il maggio del 2021. L’Italia viveva ancora sotto l’ipnosi collettiva dell’“emergenza”, mentre le istituzioni – cieche e sorde – aprivano le porte agli Open Day vaccinali con AstraZeneca, pur sapendo che quel siero stava mietendo vittime tra i più giovani in tutta Europa. Ma la macchina doveva correre, il piano doveva essere completato, i numeri dovevano salire. Camilla si è fidata. E ha pagato con la vita.

Quando si sentì male, fu portata in ospedale. Avrebbe potuto essere salvata. C’erano già protocolli. C’erano già studi. C’era già un nome per quel male: VITT, la trombocitopenia immunitaria indotta da vaccino. Ma il suo vaccino non venne neppure annotato in cartella. Nessuno lo volle vedere. Nessuno volle sporcare la narrazione immacolata della “sicurezza”. Fu condannata all’invisibilità, come tutte le verità scomode.

Oggi la Procura chiede il rinvio a giudizio per cinque medici. Si parla di omicidio colposo e falso in atto pubblico. Ma i veri artefici di questo orrore – le Regioni, le autorità sanitarie, le case farmaceutiche, i media compiacenti – restano ben protetti, sorridenti, in tv e nei convegni, a parlare di “lezioni apprese”.

La bara bianca di Camilla pesa come piombo sulla coscienza collettiva. Ma nessuno la solleva. I grandi custodi della salute pubblica non hanno perso il sonno. Hanno perso una ragazza. E non gli importa.

Camilla non è un effetto collaterale. È un martirio silenzioso. È una domanda inchiodata alla storia: quante vite dovevano essere spezzate per alimentare la macchina della paura? Quante verità dovevano essere sepolte con loro?

E mentre il mondo applaude nuovi “successi scientifici”, noi restiamo qui, davanti a quella tomba ancora fresca, a chiedere giustizia per una giovane uccisa due volte: dalla negligenza e dal silenzio.