Denuncia al Governo Draghi – Mille Avvocati per la Costituzione

Abbiamo ricevuto da Mille Avvocati Per La Costituzione questo comunicato stampa:

Denunciamo il Governo Draghi. CE LO CHIEDE L’EUROPA!

Mille Avvocati per la Costituzione stanno chiedendo alla Commissione Europea di aprire una procedura di infrazione nei confronti del Governo e dello Stato italiano contro la disciplina del Green-Pass per contrarietà alla normativa comunitaria.

Facciamolo insieme

Prima ancora della sua entrata in vigore la disciplina normativa e l’attuazione del lasciapassare (cd Green-Pass regolati da ultimo dai decreti legge 52/2021, 105/2021 e 111/2021) aveva già discriminato i cittadini italiani dividendoli in due categorie: i Vaccinati (con il lasciapassare e tracciati con il GreenPass) e i Non-Vaccinati (senza lasciapassare e non tracciati con il Green-Pass).

I primi hanno rinunciato all’inviolabilità del proprio corpo e consegnato allo Stato quel poco che ancora rimaneva della loro privacy in cambio della promessa (ancora delusa) di un ritorno alla “normalità” sociale.

I secondi sono sanzionati dallo Stato con la preclusione dal Lavoro e dal diritto allo studio e a molti altri diritti e libertà inalienabili perché hanno scelto di preservare l’integrità del proprio corpo e della propria salute rispetto a farmaci dall’ancora dubbia sicurezza, conservando seppur a carissimo prezzo ancora qualche margine di autonomia e riservatezza.

Questi decreti legge, è evidente, hanno quindi introdotto un obbligo indiretto alla vaccinazione, obbligo consistente nella induzione dei cittadini ad accettare la somministrazione del vaccino al solo fine di esercitare una libertà o un diritto. Ma queste disposizioni italiane sono compatibili con la normativa comunitaria? Assolutamente no e tale disciplina è anzi irrimediabilmente contraria a quanto il Parlamento Europeo e il Consiglio hanno stabilito con il Regolamento UE 2021/953 che ha invece introdotto il certificato COVID digitale. Il solo fine del Regolamento è quello di facilitare i cittadini nei loro spostamenti tra i 27 stati membri, evitando quarantene e/o continui trattamenti sanitari, di fatto obbligatori (tamponi).

Da almeno 30 anni si cerca di insegnare alla cittadinanza italiana a guardare alla normativa comunitaria con deferenza e rispetto e ad ossequiarla come luogo ideale di prosperità economica, argine invalicabile contro derive liberticide e sovraniste, tempio di democrazia e di solidarietà sociale. Negli ultimi decenni, coerentemente a questa narrazione, lo Stato italiano ha rincorso e recepito tutte le indicazioni e richieste della UE, adeguandosi a Trattati, Regolamenti e Direttive varie e molto spesso si è anche prodotto nell’anticipazione zelante dei desiderata europei (come ad esempio con la L. Cost. n. 1/2012 che ha modificato la Costituzione repubblicana introducendo il c.d. principio del “pareggio di bilancio”). Tuttavia, proprio mentre sarebbe stato fondamentale garantire e rinforzare diritti e libertà dei cittadini italiani, il peana ormai familiare del “Ce lo chiede l’Europa” è stato calpestato e disatteso ad opera di un Governo opportunista e ipocrita che mostra di essere interessato esclusivamente al consumo di vaccini ed al “controllo sociale” di cittadini ormai trattati da sudditi.

La supremazia delle fonti di diritto dell’Unione Europea diritto comunitario su quelle italiane è un dato oggettivo e certo e, anche se nei Trattati e nella Costituzione manca un dettato esplicito di questo principio, esso è stato stabilito con l’interpretazione giurisprudenziale che la Corte di Giustizia Europea e la stessa Corte Costituzionale ci hanno consegnato degli artt. 11 e 117 Cost.

Va allora ribadito ed evidenziato che i nostri decreti 52/2021, 105/2021 e 11/2021 nel prevedere una serie di obblighi e divieti, arbitrari e sproporzionati, si pongono in posizione di insanabile conflitto ed aperta violazione del Regolamento UE 2021/953 del Parlamento Europeo e del Consiglio (punti nn. 6, 10, 14, 36 e 62 dei Considerando, art. 11 del Regolamento; Art. 2 TUE; Art. 3, Paragrafi 1, 2, 3 TUE; Art. 21, Paragrafo 1 TFUE). I Regolamenti sono automaticamente vincolanti in tutti i 27 stati membri alla data della loro entrata in vigore (qui 01/07/2021). Per questo dobbiamo contestare la responsabilità di Governo e Stato italiani richiedendo alla Commissione UE di sanzionarli obbligandoli a rimuovere la normativa italiana incompatibile!

Sia chiaro, qui la nostra attenzione è concentrata sulle responsabilità delle istituzioni italiane rispetto alle violazioni commesse della normativa UE ma siamo già perfettamente consapevoli della incostituzionalità del Lasciapassare è già plateale in relazione alla ns normativa interna e non ometteremo il ricorso a nessuna Corte per vederla affermare.

Questa denuncia che vi chiediamo di fare vostra ed inviare è uno strumento giuridico previsto dalla stessa normativa comunitaria (art. 258 TFUE) che non richiede patrocinio legale ed è alla portata di tutti i cittadini; essa farà arrivare ogni denuncia che invierete dritta dritta nel cuore della segreteria tecnica della EU Commission.

Ciascuno di noi Mille Avvocati per la Costituzione la sta già inviando e mettiamo a disposizione di tutti i cittadini il form ufficiale della EU Commission già compilato nel merito delle contestazioni (primi estensori Avvocati Rosa Carnevale e Simone Cutone) pregandovi di inviarla per la tutela dei diritti inviolabili dell’uomo e della legalità, in modo che per le istituzioni europee sia impossibile non avviare la procedura di infrazione contro il Lasciapassare italiano.

Dovete solo inserire (doc editabile) le vostre generalità una email dove riceverete riscontro da parte della Commissione. L’inoltro può essere fatto a mezzo posta ordinaria (A/R) all’indirizzo:

  • Commissione europea, Segretario Generale, B-1049 Bruxelles BELGIO Ovvero a mezzo email ordinaria sulla casella: sg-plaintes@ec.europa.eu

Dal 2012 il costo per l’Italia delle sanzioni è stato di ben 655 milioni e soltanto nel 2020 sono state

aperte 22 nuove procedure contro di noi (fonte Openpolis.it) per infrazioni varie. Cosa farà la carissima UE davanti alla discriminazioni che avvengono in Italia, terzo contributore netto tra i 27 Stati membri?

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