In un tripudio di ipocrisia e narcisismo istituzionale, il Quirinale ha concesso il massimo riconoscimento sanitario a uno dei volti più sinistri e propagandistici dell’era pandemica: Roberto Burioni. Il virologo che, da anni, si atteggia a custode della “vera scienza” – quella sponsorizzata, brevettata, prezzata e filtrata dal potere – ha ricevuto la medaglia al Merito della Sanità Pubblica. Ma a quale sanità, esattamente, ha reso merito?
Per capirlo, occorre tornare indietro, al tempo della legge Lorenzin, quando Burioni si fece araldo della vaccinazione obbligatoria. Era il 2017: i genitori preoccupati venivano dipinti come analfabeti scientifici, le domande diventavano eresie, e chi non allineava i figli alla puntura, veniva bollato come pericolo pubblico. Burioni saliva in cattedra, col dito puntato e il tono da inquisitore: “La scienza non è democratica”, ripeteva come un mantra. E chi parlava di precauzione, di pluralismo scientifico, di diritti costituzionali, veniva trattato come un pazzo da rieducare.
Poi arrivò il Covid. E fu lì che il viro-star system raggiunse il suo apice. Burioni, con l’ego già gonfio di apparizioni da Fazio e copertine editoriali, si trasformò nel gran sacerdote della pandemia. Diceva che il virus in Italia “non c’era” (2 febbraio 2020). Che non c’era motivo di preoccuparsi (9 febbraio 2020). E appena due settimane dopo, il Paese veniva rinchiuso in casa come bestiame da macello. Lui, però, non perse tempo: pubblicò subito il libro apocalittico “Virus, la grande sfida”, in cui già si incoronava salvatore dell’umanità. Modestia zero, royalties mille.
Quando il dottor Giuseppe De Donno cercò di curare le persone col plasma iperimmune, Burioni si premurò di sabotare pubblicamente quella strada, sminuendola come “rischiosa” e “costosa” (menzogna totale). Nel frattempo, magnificava gli anticorpi monoclonali umani, dei quali – che coincidenza – aveva depositato numerosi brevetti, insieme alle sue aziende di riferimento, Pomona Srl e FidesPharma. Nessun conflitto d’interesse, si capisce…
Eccoli, i suoi tesori brevettuali:
- anticorpi contro HCV, HIV, HSV, Influenza A, virus JC;
- test di validazione per vaccini;
- metodi di sintesi e preparazione di anticorpi oligoclonali;
- anticorpi anti-idiotipo per mimare proteine virali (utili a vaccini? chissà…).
Un intero portafoglio da Big Pharma, mentre in TV faceva il puritano della salute pubblica. Ma quando Le Iene provarono a indagare su questi conflitti, Burioni si rifugiò dietro una querela e un giudice, facendo oscurare i servizi. Altro che scienza trasparente…
Il suo amore viscerale per il vaccino Pfizer fu così totalizzante da sembrare propaganda. Nessun accenno ai trial secretati. Nessun dubbio. Nessun “forse”. Quando Peter Doshi, sul British Medical Journal, metteva in guardia sulla reale efficacia (stimata al 29%), Burioni tesseva lodi in prima serata come se fosse un venditore di materassi in offerta. Janine Small di Pfizer, davanti al Parlamento europeo, confessò che non avevano mai testato il vaccino per fermare la trasmissione. Ma Burioni? Silenzio. O peggio: fideismo a reti unificate.
E quando Cuba – la piccola isola non allineata – annunciò di aver sviluppato 5 vaccini pubblici, senza brevetti, senza dollari, Burioni li attaccò con disprezzo coloniale: “Solo se testati in una bella democrazia occidentale”, disse. Peccato che a Cuba nessuno scienziato sia finito in galera, e che il loro sistema sanitario sia tra i più efficienti e umani al mondo, secondo l’OMS. Ma si sa: chi vive dentro l’università privata San Raffaele, non può concepire che la salute non sia un business.
Il “professore” ha ricevuto:
- 352.000 euro da MSD Italia (2017),
- 10.000 euro da Roche (2021),
- 4.500 euro da Pfizer (2018), oltre a sponsorizzazioni editoriali da GSK, Sanofi e altri colossi.
E poi dicono che il problema siano i medici di base con dubbi etici…
Un riconoscimento a chi ha saputo non pensare, non domandare, non dubitare.
Un trofeo alla fedeltà verso il dogma biopolitico, non alla scienza.
Lui non ha curato, ha predicato. Non ha informato, ha giudicato.
Non ha difeso la salute pubblica, ma il sacro profitto farmaceutico travestito da altruismo.
E ora brilla sul petto del viro-prete una medaglia, come una stola.
Nel tempio della nuova religione, l’applauso è garantito.
Ma la verità, quella senza brevetto, lo attende altrove.
Fonti:
- WO2008093280A3 – Anti-idiotype monoclonal antibodies as mimotopes of the hiv gp120 antigen – Google Patents
- https://patents.justia.com/search?q=burioni
- https://www.youtube.com/watch?v=CaCRUFo3-Ig&feature=youtu.be
- Ricostruiti i primi mesi di vita dell’epidemia COVID-19 | La Statale News
- Convalescent serum lines up as first-choice treatment for coronavirus
- Il Covid-19 e la plasmaterapia
- Plasmaterapia, De Donno aveva ragione. Studio USA conferma che la terapia funziona
- Perché Burioni ha enfatizzato sull’annuncio del vaccino Pfizer? – Lavoro & Salute – Blog
- Will SARS Cov-2 Become Resistant to Current Vaccines – Implications | Penny Moore, PhD
- Peter Doshi: Pfizer and Moderna’s “95% effective” vaccines—we need more details and the raw data – The BMJ
- » Burioni, Codacons: “Conflitto d’ interessi con pubblicità e case farmaceutiche”
- Il prossimo ministro della salute non abbia conflitti d’interessi, almeno! – AsSIS