Insieme si vince sempre

In un contesto sociale dove i diritti che spettano all’essere umano in quanto tale sembrano un lontano ricordo, esistono gruppi di interazione virtuosa che sempre più emergono spontaneamente: associazioni, come Finale Diritti Umani, che riescono ad operare in differenti ambiti per favorire il rispetto della dignità umana.
Un esempio di azione in tal senso è costituito dal processo concluso lo scorso 20 gennaio, grazie al quale è stata resa giustizia ad un gruppo di sanitari sospesi, messi in contatto da FDU con l’avvocato Roberto Penello.

Una sentenza storica, per ora unica in tutta Italia, premia il ricorso dell’avvocato di Finale Ligure che ha assistito i lavoratori dell’ospedale Santa Corona di Pietra Ligure, sospesi per mesi senza stipendio a seguito della loro scelta di non vaccinati.
Un percorso lungo che parte dal processo di primo grado il 14 dicembre 2021 e che si conclude con la sentenza del ricorso che il 20 gennaio 2023 riconosce legittimo ai sanitari reintegrati il rimborso di tutti gli stipendi non percepiti.
In ottemperanza al primo decreto Draghi, il D.L. 44/2021, il personale sanitario non vaccinato avrebbe potuto essere sospeso con sospensione della retribuzione, non prima però che fosse verificata l’impossibilità di ricollocazione anche con altre mansioni non a contatto col pubblico.
Non avendo fornito prova, la ASL 2 Savonese, di aver operato ogni azione possibile perché tale ricollocazione avvenisse, il ricorso ha dato sentenza positiva a favore dei sanitari assistiti dall’avv. Penello.
Sicuramente una sentenza che ha ridato respiro e serenità a questi cittadini e alle loro famiglie, piombate in una difficoltà improvvisa e per alcuni invalidante.

FDU, sensibile alla problematica dell’obbligo surrettizio alla vaccinazione Covid 19, ha inoltre recentemente proposto la visione del documentario INVISIBILI a una platea di 300 persone che si sono poi confrontate nel dibattito a seguire.

L’azione e la coesione dei gruppi locali, fondamentale per creare una rete efficace, diventa la base del fare insieme, del crescere rispettando il diverso da noi, del supportare chi non ce la fa.
E in un paese come Finale Ligure, dove l’amministrazione ha scelto di deturpare una statua di Emanuele Luzzati (la “mammona” identica a quella presente a Genova nel Porto Antico), già peraltro smontata e abbandonata in un magazzino, colorandone le mani di azzurro come i guanti dei medici ed esponendole nella piazza principale in omaggio ai sanitari che per un lungo periodo sono stati “i nostri eroi”, pare strano leggere che le stesse persone per ottenere lo stipendio siano dovute passare attraverso un processo ed abbiano subito un tale trattamento punitivo e lesivo della dignità umana.

Grati a quanti si stanno adoperando per la cooperazione e per il risveglio alla consapevolezza di una comunità nuova e coesa, crediamo ancora che le differenze tra gli uomini non siano barriere ma opportunità e che spesso proprio il buio più profondo ci faccia capire da dove viene la luce.

Stefania Fiore

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