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Insieme riscriviamo la storia!

Joe Rogan

Joe Rogan, Humphries e la sacra fiala: distruzione totale del dogma vaccinale in diretta mondiale

Di Carmen Tortora

Nel panorama asfittico della comunicazione contemporanea, dove ogni parola è levigata dal politicamente corretto e ogni verità scomoda viene imbustata e spedita al reparto cospirazionisti, The Joe Rogan Experience continua a essere l’ultimo ring dove si può ancora dire qualcosa di vagamente vero senza ricevere immediatamente un TSO digitale.

Il podcast più seguito del 2024, con i suoi 19,6 milioni di iscritti su YouTube, fa più ascolti di tutte le TV italiane messe insieme (e non ci voleva poi molto). In barba alle censure e agli “esperti con cappello da clown”, Joe Rogan ha recentemente ospitato una donna che, da sola, ha fatto tremare l’intero tempio farmaceutico: la dottoressa Suzanne Humphries.

Ex nefrologa, autrice di Dissolving Illusions e, a quanto pare, ancora dotata di una spina dorsale, la dottoressa Humphries ha sganciato bombe a grappolo sul culto della fiala, rivelando – in diretta globale – decenni di menzogne, manipolazioni e immunità (non quella buona, ma quella legale delle case farmaceutiche).

Secondo la Humphries, la fiaba della “scienza” comincia a puzzare forte nel 1986, quando Reagan firma il National Childhood Vaccine Injury Act. Tradotto: “le aziende farmaceutiche facevano vaccini talmente scadenti che non riuscivano neppure a trovare un’assicurazione. Allora andarono piangendo dallo zio Sam: O ci salvate voi o noi smettiamo di produrre vaccini”.

E lo Stato cosa fa? Invece di chiedere conto dei danni, gli regala uno scudo legale totale. Risultato? Nessuno risponde più di nulla. Se un vaccino ti rovina la vita, puoi fare una bella fila al tribunale fantasma della salute pubblica… e sperare in un risarcimento che non arriva quasi mai. Intanto Pfizer (ex Wyeth) ammetteva candidamente che i suoi vaccini erano “inevitabilmente insicuri”. Ma tranquilli: la scienza approva!

Una volta ottenuta l’immunità giudiziaria, Big Pharma si è sentita libera di “sperimentare” con gli eccipienti come fossero ingredienti di un frappè: alluminio, mercurio, cellule animali, pus di mucca e via dicendo. Il tutto senza placebo veri, ovviamente. Perché testare un vaccino contro una sostanza neutra quando puoi compararlo ad un altro vaccino tossico e dire “non fa peggio di questo”? Magia della metodologia scientifica 2.0.

Poi il tema si è fatto ancora più esplosivo: la poliomielite. L’icona della vaccinazione vincente, il santino appeso in ogni aula di medicina. E la Humphries? La prende a martellate.

“La polio non è mai scomparsa, è stata solo rinominata,” afferma. Hanno cambiato le definizioni diagnostiche nel momento esatto in cui introdussero il vaccino. Casualmente, i casi crollano. Peccato che i malati di “vera” polio ora si chiamino sindrome di Guillain-Barré, coxsackievirus o avvelenamento da piombo.

Per non parlare del ruolo dimenticato delle sostanze chimiche neurotossiche come il DDT e l’arsenico, che causavano danni spinali simili alla paralisi poliomielitica. Ma siccome dire “DDT” non portava fondi, si preferì dire “virus cattivo” e vendere il rimedio miracoloso.

Il virus buono, le scimmie sacrificate e il laboratorio pazzoide del 1916

E se pensavate che la polio fosse un flagello divino, ripensateci: il virus è un commensale innocuo per la stragrande maggioranza della popolazione. “Il 95-99% dei casi è asintomatico”, spiega la dottoressa. In Amazzonia ci convivono tranquillamente.

Poi tira fuori l’asso: nel 1916 il laboratorio Rockefeller di Manhattan si mise a iniettare cervelli di scimmia e liquido spinale umano in… altre scimmie. Obiettivo: creare il ceppo di polio più feroce di sempre. Il risultato? Un’epidemia da laboratorio con un tasso di mortalità del 25%. Ma tranquilli: erano solo ricerche scientifiche.

Come ciliegina finale, Humphries evidenzia il possibile legame tra vaccinazioni e allergie alimentari. Soprattutto quando c’è l’alluminio a “svegliare” un sistema immunitario troppo entusiasta, che comincia a vedere nelle arachidi e nelle uova dei nemici da abbattere. Non per caso oggi i bambini vanno in shock anafilattico per mezzo biscotto.

E vogliamo parlare della composizione dei vaccini? Sono prodotti in culture di tessuti malati, condita con sangue animale, antibiotici e mercurio. Sì, proprio quello che in ogni altro contesto è un rifiuto tossico, ma nella fiala magica diventa… scienza.

La grande illusione igienica

Secondo Humphries, non sono stati i vaccini a sconfiggere le malattie infettive, ma l’acqua potabile, i bagni, il cibo decente e case non infestate da topi e fognature. Una verità talmente ovvia che solo un virologo da talk show può negarla con aria seria.

Il podcast di Rogan con la dottoressa Humphries è una mina sotto il tempio della Scienzah™. La sua denuncia di un sistema che ha deresponsabilizzato le aziende farmaceutiche ha toccato un nervo scoperto. Perché se nessuno paga per i danni, allora perché mai qualcuno dovrebbe impegnarsi per ridurli?

Un problema trasversale che riguarda gli USA come l’Italia. Eppure continuiamo a fidarci. Continuiamo a offrire i nostri bambini in sacrificio sull’altare della “profilassi obbligatoria”.

Ma forse, da oggi, un po’ meno.

Foto: YouTube