Le midterm e l’uccisione del re sacro

“Il re moriva quando la forza del sole cominciava a declinare”. Così Robert Graves nel suo I miti greci spiega il rito della cosiddetta uccisione del re sacro che sarebbe all’origine di diversi miti riguardanti il parricidio (Edipo in primis, ma anche Crono che detronizza il padre Urano e, a sua volta, Zeus che detronizza il padre Crono). E queste midterm sembrano proprio vedere il copione dell’uccisione del re sacro. Anzi, di due re sacri pur se il secondo non è “americano”, ma è stato spesso legato al primo. E non a caso gli appuntamenti elettorali americani si tengono tutti a novembre, il mese dei morti, quando la luce declina davvero, ma su questo torneremo dopo.

Il risultato in se stesso ha un’importanza relativa. Nonostante sia stato pompato è il classico risultato di midterm: il presidente ne esce azzoppato. Non si è verificata l’onda rossa temuta dai democratici, ma non è certo una vittoria.

Ma l’evento portante è la fine politica di Donald Trump, “ucciso” dal quarantaquattrenne governatore repubblicano della Florida Ron DeSantis, rieletto trionfalmente e quasi certamente prossimo candidato repubblicano alla Casa Bianca. Nelle stesse ore il ministro della Difesa russo Sergej Shoigu annuncia il ritiro delle truppe russe dal Kherson, certificando di fatto la sconfitta militare di Putin, la prima della sua lunga carriera.

Putin e Trump sono i due “re sacri” in questione. Dal 2016 sono stati le figure dominanti nei loro Paesi e partiti. Tralasciando Putin, anche se pare strana la coincidenza del ritiro delle truppe nelle stesse ore delle midterm, Trump è stato detronizzato dal Partito Repubblicano. E da un uomo proveniente proprio dall’ala trumpiana: Ron DeSantis si fece un nome già in tempo di pandemia sposando le posizioni trumpiane in tema di restrizioni. Dai più viene definito un “Trump col cervello”. Tutto questo ha mandato in bestia l’ex presidente che ha minacciato di tirare fuori gli scheletri dall’armadio di DeSantis. Ma il destino sembra già deciso per un personaggio scomodo come Trump, oramai con le spalle al muro.

E’ come se l’autunno 2022 stesse segnando la fine degli anziani “padri nobili” a destra, rimpiazzati da nuove figure. Questo scenario è stato anticipato dalle elezioni italiane col trionfo di Giorgia Meloni a scapito non tanto del Partito Democratico, quanto di Silvio Berlusconi, una figura molto simile a Donald Trump, e che in qualche modo ne anticipò il fenomeno. L’inutile ira di Berlusconi contro la Meloni è stato infatti il centro del dibattito a destra. E come DeSantis arriva dal trumpismo, la Meloni fu ministro dell’ultimo governo Berlusconi.

Tutto questo sta avvenendo nei mesi in cui il sole perde la sua forza. Il re sacro veniva ucciso proprio nei momenti in cui il sole invecchiava. Le tre figure nominate sono tutte ultrasettantenni e vengono “uccise” da persone che si aggirano attorno alla stessa età: Ron DeSantis ha 44 anni, Giorgia Meloni ne ha 45. In Russia ovviamente bisognerà attendere ma va sottolineata la voce critica verso Putin del putiniano governatore della Cecenia Ramzan Kadyrov, di 45 anni, anche se in questo caso è ancora prematuro parlare dell’uccisione del re sacro.

Le midterm, come ogni appuntamento elettorale americano, cadono di novembre. E sempre di martedì, il giorno sacro a Marte, dio romano della primavera, in quanto patrono di due attività primaverili come la guerra e l’agricoltura. E l’inaugurazione, in origine, avveniva appunto il 4 marzo, mese di Marte e inizio della promavera. Era come se nei mesi invernali, quelli in cui Persefone vive negli inferi e la madre Demetra nega la fertilità della terra, si restasse senza re sacro, per poi avere la rinascita al ritorno di Persefone, come nei Misteri di Eleusi. Ricordiamo che i Padri Fondatori degli Stati Uniti d’America non solo erano imbevuti di cultura classica, ma erano anche iniziati a circoli esoterici, e queste cose le sapevano bene. Come le sapeva Franklin Delano Roosevelt, altro iniziato, che ruppe diverse consuetudini tra le quali quella dell’Inauguration Day a marzo, spostandola nel 1937 a gennaio, ancora in inverno. Questo nel segno esoterico della conservazione del vecchio status quo (Roosevelt fu anche l’unico presidente a non lasciare al secondo mandato). Roosevelt portò il pretesto del troppo tempo tra l’elezione e l’inaugurazione. Ma era forse un segno del cercare di non uccidere il re sacro e mantenere il vecchio ordine?

Anche su questo bisogna ragionare: mentre a destra si “uccidono i re sacri” cercando un rinnovamento, a sinistra si mantengono gli antichi padri. L’anziano Biden ha infatti annunciato che si ricandiderà

L’unico re sacro che non viene ucciso è infatti quello che è espressione di un potere totalitario vero che non vuole mutare.

Andrea Sartori

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