Venerdì 29 aprile a Viterbo, il “Movimento di Protezione dei Diritti Inviolabili dell’uomo”, presieduto dalla dottoressa Maria Vittoria Cecchini, ha presentato una lettera, indirizzata al dottor Antonio Maria Lanzetti, in qualità di Presidente dell’ordine dei medici di Viterbo.
La lettera, protocollata e consegnata a mano, presenta istanze di chiarimenti, in merito a numerosi punti, tutti di enorme importanza, richieste da gruppi di cittadini, in veste di pazienti del servizio sanitario nazionale.
Dopo la consegna la dottoressa si è soffermata davanti agli uffici dell’ordine dei medici e ha parlato in pubblica piazza esponendo i motivi di tale protesta.
Si sottolinea la mancanza di una corretta informazione sul cosiddetto vaccino, informazione che avrebbe dovuto permettere a tutti i cittadini di scegliere in maniera consapevole, insieme al medico di base, se fare o no l’inoculazione. Al contrario, si è richiesto di firmare un foglio che scaricava le colpe di qualsiasi possibile effetto avverso sul paziente stesso, cosa assolutamente inaccettabile, se non addirittura criminale.
Un altro aspetto che la dottoressa esamina è l’incriminazione incondizionata di qualsiasi medico che abbia cercato di andare contro queste procedure, emarginandolo e spesso anche radiandolo, con la sola colpa di aver svolto il suo dovere invece di fidarsi ciecamente di quello che gli veniva imposto dal Ministero della Salute.
In aggiunta a tutto ciò, oggi si sa che per la somministrazione di questi farmaci ci sarebbe voluta una prescrizione medica, cosa che nessun dottore si è mai sognato di fare.
Risultato? In Europa si sono registrati ufficialmente 42 mila morti dopo il siero e più di 4 milioni di persone con effetti avversi, e questi numeri sono da intendersi per difetto.
Tutto questo ha prodotto una crescente sfiducia delle persone nei confronti del personale sanitario e quindi la dottoressa Cecchini invita i medici a tornare a fare il proprio lavoro, in scienza e coscienza, ad interessarsi seriamente della salute di ogni paziente e di usare cautela quando si tratta di usare farmaci di cui non si conoscono i possibili effetti avversi.
Ormai la narrativa ufficiale del covid19, fa acqua da tutte le parti, sempre più persone se ne accorgono e sempre più chiedono risposte.