Negoziati Russia-Ucraina: segnali di distensione a singhiozzo

Il 14 marzo si è tenuto un meeting nell’ambito delle negoziazioni tra Russia e Ucraina. Dopo tre primi incontri in cui le delegazioni dei rispettivi stati si sono incontrate in Bielorussia – con l’intermezzo di un incontro tra i ministri degli esteri russo Sergey Lavrov e ucraino Dmitry Kuleba tenutosi il 10 marzo nella città turca di Antalia – il quarto summit si è svolto in modalità telematica ed è proseguito il giorno successivo.
Al termine dell’incontro, il capo dell’ufficio presidenziale ucraino Alexei Arestovich ha parlato di un possibile accordo entro un paio di settimane. Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha preferito non sbilanciarsi limitandosi a illustrare la scelta russa di non fare previsioni prima di arrivare a risultati tangibili.

Sempre il 15 marzo il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha riconosciuto ufficialmente l’impossibilità di entrare a far parte della NATO.

A gettare benzina sul fuoco il senato del congresso USA ha votato all’unanimità una risoluzione volta a condannare il presidente russo Vladimir Putin e la Russia per crimini di guerra crimini contro l’umanità.

A raffreddare il clima anche la notizia che la Russia, in concomitanza con una seduta del PACE (Parliamentary Assembly of the Council of Europe, Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa) che ha di fatto discusso la possibile esclusione della Russia dal Consiglio d’Europa in relazione alla questione ucraina, ha attivato la procedura ufficiale per uscire dal Consiglio d’Europa stesso.

E il 16 marzo, la portavoce del ministero degli esteri russo Maria Zakharova, parlando dell’Occidente, ha dichiarato che “l’implementazione del Protocollo di Minsk e il reintegro del Donbas in Ucraina non hanno mai fatto parte dei loro piani. Hanno pianificato un bagno di sangue, il massacro dei civili e un genocidio”.

Più tardi l’assistente presidenziale Vladimir Mendinsky, capo della delegazione russa per i negoziati con l’Ucraina, nell’auspicare un quanto più rapido possibile raggiungimento della pace, ha ribadito la posizione del suo Paese in merito alla richiesta che l’Ucraina assuma una poszione neutrale e non entri a far parte della NATO o di qualsiasi altra blocco militare. Affermazioni confermate dal ministro degli esteri russo Lavrov che, nel corso di un’intervista rilasciata all’emittente russa RBC, ha parlato di una discreta speranza di pervenire a un compromesso.

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