Negoziazioni Russia-Ucraina: probabile un summit il 29 e il 30 marzo

Stando a dichiarazioni che si sono avvicendate negli ultimi giorni, dopo quasi tre settimane di colloqui a singhiozzo via telematica che, nei fatti, non hanno condotto a risultati sostanziali, si profila un incontro in presenza tra le parti.

Il 27 marzo l’assistente presidenziale Vladimir Medinsky, capo della delegazione russa, ha parlato di un incontro offline il 29 e 30 marzo concordato tra le parti nel corso di una videoconferenza.

Lo stesso giorno, il presidente ucraino Vladimir Zelensky ha rilasciato un’intervista via zoom a quattro giornalisti russi, due dei quali attualmente vivono fuori dalla Russia. Tra i punti sollevati, la questione della denazificazione e demilitarizzazione dell’Ucraina, considerate come questioni incomprensibili; l’irreversibilità della spaccatura con la Russia, di cui sarebbe responsabile Putin, e il conseguente alimentarsi di un clima d’odio tra le due nazioni; la catastrofe umanitaria di Mariupol dove, secondo Zelensky, i militari russi sparerebbero agli autisti dei convogli umanitari e avrebbero portato via oltre 2000 bambini di cui non si hanno più notizie. Ha accusato Mosca di aver inviato soldati giovanissimi e di aver rifiutato la restituzione dei caduti per occultare l’entità delle perdite, limitandosi a offrire dei sacchi della spazzatura in cui conservare i corpi.
Il leader ucraino ha anche parlato della possibilità di un accordo con la Russia basato sull’acquisizione di uno status di neutralità, anche in riferimento alla questione nucleare, e su un compromesso in merito al Donbas. Se andasse a buon fine, ha spiegato, per essere ratificato un simile accordo dovrebbe essere sottoposto alla volontà popolare tramite referendum.

Il 28 marzo il ministro degli esteri russo Sergey Lavrov ha identificato la Turchia come il Paese in cui si terrà il prossimo incontro tra le delegazioni e sottolineato la richiesta russa di un’Ucraina non più “controllata militarmente dall’Occidente, dalla NATO”. Ha escluso, per il momento, la possibilità di un faccia a faccia tra Putin e Zelensky, considerato controproduttivo.
Ha anche espresso sfiducia nell’Unione Europea, che accusa di essere stata incompetente nel fare osservare il Protocollo di Minsk, e ha dichiarato di rifiutare l’occidente come possibile mediatore delle trattative con l’Ucraina.

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