Sentenze Cucchi e strage stazione Bologna

Due sentenze di rilievo hanno marcato l’ambiente giudiziario negli ultimi giorni.

Il 4 aprile la corte di Cassazione ha confermato la condanna per omicidio preterintenzionale di Stefano Cucchi. Il geometra trentunenne, arrestato il 15 ottobre del 2009, è deceduto 7 giorni dopo all’Ospedale Sandro Pertini di Roma per lesioni da pestaggio che gli sono state inferte mentre si trovava in custodia alla stazione dei carabinieri di Roma Casilina.
La sentenza, nei confronti dei due carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro, ha ridotto da 13 a 12 anni di reclusione la precedente condanna emessa dalla Corte d’Assise d’Appello il 7 maggio 2021.
Il processo non è ancora concluso per gli altri due imputati, il maresciallo Roberto Mandolini (all’epoca dei fatti comandante interinale della stazione) e Francesco Tedesco, condannati in appello a 4 e a 2 anni e mezzo di carcere. Per i 2 carabinieri, accusati del reato di falso, è stato stabilito un processo di appello bis. In ragione della tempistica, il reato potrebbe restare impunito in quanto la prescrizione dello stesso scatterà a maggio.

Il 6 aprile la Corte di Assise di Bologna ha condannato Paolo Bellini all’ergastolo con un anno di isolamento. L’uomo è stato riconosciuto come quinto esecutore materiale dell’attentato dinamitardo nella stazione ferroviaria di Bologna che il 2 agosto del 1980 ha provocato la morte di 85 persone e il ferimento di oltre 200. La condanna arriva dopo le precedenti sentenze in giudicato dei membri dei NAR (Nuclei Armati Rivoluzionari) Giusva Fioravanti, Francesca Mambro e Luigi Ciavardini e, in primo grado, di Gilberto Cavallini.

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