A cura di Giuliano,
Continuo a sostituire coleghi sul lavoro perché in quarantena in quanto si sono fatti un tampone fai da te e sono risultati positivi al covid. Ovviamento loro sono tridosati e anche se millantano che non faranno altre dosi, (sembrano discorsi da tossici se li ascolti, nda) perché sono stati troppo male, ancora continuano a supportare la narrazione che da oltre due anni li sta prenderendo letteralmente per il c…ovid.
Ecco cosa scrivevo a gennaio 2021.
Sapevate che esiste un documento della Commissione Europea riportante che in sostanza la performance dei tamponi dichiarata dai produttori dev’essere validata presso laboratori di riferimento, istituzioni accademiche, o agenzie regolatorie nazionali ma non è legalmente obbligatoria?
Ora lo sapete, non basta il solo marchio CE, e il documento europeo evidenzia anche che tale validazione è “fortemente raccomandata per l’assunzione di decisioni sulla salute pubblica…” Da qui si può anche solo intuire in che situazione grottescamente kafkiana versiamo noi poveri ignari cittadini ormai sudditi di uno pseudogoverno burattinato.
Qui potete scaricare una dichiarazione congiunta di un equipe di scienziati che attestano il fatto che al 16/5/2020 dei 78 tipi di tamponi covid circolanti nel nostro paese, NESSUNO è stato sottoposto a validazione:
Tuttavia numerose case farmaceutiche si sono affrettate, non solo per i vaccini, a mettere in capo test per rilevare il virus malefico. Naturalmente vince la fetta più grossa del nuovo mercato chi lo rileva nel modo più veloce ed efficace possibile. Di norma se nel campione sono presenti gli antigeni del SARS‑CoV‑2, il test da come risultato una linea colorata. L’intensità del colore di questa linea dipende dalla quantità di antigeni di SARS‑CoV‑2 presenti nel campione. Tuttavia in questi test anche se la linea non è del tutto uniforme o risulta anche solo accennata il test deve essere interpretato come un risultato positivo. Quindi s’immagini come si fa presto a raggiungere altissime percentuali di “affidabilità” dei test oltre il 95% specie quando i campioni non sono numericamente imporanti (non oltre il migliaio).
Oltretutto, come anche illustrato nel video, non si capisce bene cosa trovino questi taponi visto che ad oggi non esiste nessun marker specifico del Sars-Cov-2 e quindi nessuno standard che possa rendere i tamponi affidabili.
Cominciamo col dire che effettuare un tampone è un trattamento sanitario e, come tutti gli altri, ha bisogno del consenso del paziente o presunto tale per poter essere effettuato. Non esiste alcuna normativa di rango primario che imponga il tampone obbligatorio anche perché sarebbe incostituzionale (oggi purtroppo sappiamo o dovremmo sapere il valor che viene dato alla nostra Carta proprio da quelle istituzioni dello Stato che dovrebbero onorarla e difenderla).
Ciò è tanto vero che nella guida del Istituto Superiore di Sanità a pg.12 e 14 al paragrafo “Effettuazione del tampone per la ricerca di SARS-COV-2 nei contatti” e “Rientro in comunità dopo la quarantena o l’isolamento”, in base alla quale sono scaturite tutta una serie di delibere delle varie giunte regionali italiane, si riporta che:
“(..) e’ opportuno considerare di effettuare un tampone”
non c’è scritto “è obbligatorio”.
E’ d’altra parte vero che in molti ambiti lavorativi questa prassi si sta ponendo come un ricatto in quanto (avallata da norme per lo più regionali e spesso non chiare) diventa, con minacce più o meno velate, vincolante per poter conservare il proprio posto di lavoro o, nella migliore delle ipotesi, per salvaguardare la “tranquillità” dell’ambiente di lavoro, “chiamando tranquillità la schiavitù e del resto di questa tranquillità non c’è modo di godere se il delitto sconfiggerà la giustizia e l’onore” [Sallustio Historiae: Discorso di Licinio Macro tribuno della plebe].
E’ altresì vero che se si è soli a difendere i propri diritti, inalieanabili per tutti coloro che ne sono consapevoli, si rischia di fare la fine degli eroi e come disse Bertold Brecht “Se abbiamo avuto bisogno di eroi vuol dire che non eravamo pronti”.
Come funziona una PCR?
Come abbiamo già detto, i campioni prelevati coi tamponi, vengono analizzati tramite una tecnica che si chiama RT-PCR (Real Time – polimerase Chain Reaction evoluzione della PCR inventata da Kary Mullis, nda).
In sostanza questi vengono analizzati da un macchinario che ne amplifica la codificazione genica e fa avvenire una reazione di polimerizzazione attraverso una serie di cicli caldo-freddo in cui il virus si replica (il virus non è un entità viva che vi attende dietro l’angolo per farvi un agguato, nda). Man mano che la reazione avanza la codificazione genica del campione aumenta di numero in modo da poterlo rilevare. Ma la rilevazione di “qualcosa” non ci dà comunque la certezza di un contagio o di un infezione in atto o che potrebbe presentarsi come tale perché questo test:
“Non ti dice se sei malato e non ti dice se la cosa che hai preso ti avrebbe davvero danneggiato o qualcosa di simile”
Kari Mullis (inventore della PCR)
In pratica si amplifica una particolare sequenza genica per poterla rilevare, capite il livello di follia in cui ci hanno sparato in questi mesi? Questa è la moderna guerra preventiva alla malattia prima che essa si presenti in forma sintomatica e come in ogni guerra ci sono vittime che non interessano mai o quasi mai alle alte sfere di comando.
Normalmente con questa tecnica i cicli non superano i 100 e attualmente l’OMS considera infette quelle persone la cui PCR presenta dei cicli di replicazione da 0 a 40. Tutto quanto viene rilevato al di sopra dei 40 cicli viene considerato materiale sub-molecolare o frammentario che, senza scendere ulteriormente nel dettaglio, è praticamente incapace di replicarsi.

Ora vi renderete conto che i risultati dei tamponi andrebbero letti proprio in funzione del numero dei cicli di replicazione poiché se un tampone è positivo con una PCR dopo, mettiamo, 30 cicli sono considerato infetto, poiché la sequenza genica del virus (che ricordiamo non è stato ancora isolato, al netto delle sue migliaia di varianti, vedi qui → L’asintomatico, il nuovo mostro da combattere – 1° parte, chissà qual’è mi vien da dire) è stata identificata con pochi cicli di amplificazione e pertanto è infettante, poiché è stata subito rilevata. Quindi sarei contagioso.
Se invece la positività viene intercettata per esempio al 60mo o 70mo ciclo vuol dire che siamo in presenza di particelle virali frammentarie considerate non infettanti, con una carica virale molto bassa o clinicamente insignificante (ricordate Zangrillo? «il virus è clinicamente morto», non parlava certo a vanvera come ho letto in tanti social, ndr).
Ma anche ammesso e non concesso che il pangolinovirus sia stato identificato, visto che muta, chi mi assicura che ciò che sto cercando non sia già sorpassato, così tanto per dire?
Una mia considerazione personale, i virus mutano, questo lo sappiamo più o meno tutti anche se non sappiamo cosa veramente significhi mutazione virale. Il perché questo accada lo posso intuire ma non è il mio campo e pertanto non mi azzardo in improbabili ragionamenti tuttavia posso constatare una cosa, ovvero che i virus più noti, antichi se vogliamo, sono più stabili dei virus stagionali o ingegnerizzati, qui un esempio chiaro:

Qui possiamo vedere come mutano (substitutions/yr – mutazione per anno) i virus più conosciuti nel tempo. Si parte dalla febbre di dengue, in alto a sinistra, malattia tropicale naturale, endemica di certe aree geografiche, trasmessa dalle zanzare alla quale ci stanno già ammaestrando da anni (vedi finestra di Overton, ndr) con sempre più numerosi ed allarmistici messaggi relativi al fatto che preso o tardi dovremo vaccinarci anche per questa terribilissima malattia che arriverà presto da noi, pensate un pò, a causa del surriscaldamento globale.
Poi c’è la classica influenza naturale per passare al morbillo, anch’esso naturale, e finire col coronavirus (stavo per fare una battuta ma ho troppo rispetto per le vittime innocenti di questa tragedia sanitaria), ovvero sars-cov-2 che dalle numerose mutazioni si può dedurre che forse forse non è tanto naturale come virus ma un pochetto artificiale lo è, giusto quel pò da renderlo molto virulento alla bisogna, visto che la Natura lo sta già castigando costringendolo a trovare un suo equilibrio naturale, poiché di naturale ha ben poco.
Eppure dovrebbe essere abbastanza chiaro che stiamo parlando di un vistus influenzale, ovvero un qualsiasi coronavirus e premetto che ad oggi nessuno è riuscito ad isolare il virus sars-cov-2, se non fosse altro per l’appunto a causa della sua elevata mutagenicità:

Fin qui la parte tecnica. Ma la grande presa per i fondelli, fake o bufala che dir si voglia sta nel fatto che questo test di biologia molecolare (da qui il nome fico di “tampone molecolare” usato dalla stampa generalista. ndr) dovrebbe essere usato per confermare una diagnosi dedotta in base ad un accurata anamnesi.
Ho tosse, raffreddore, febbre… sono malato… presumo di avere il pangolinovirus, faccio la PCR e confermo la diagnosi. Invece adesso la diagnosi si ottine con i tamponi rapidi!
Ma invece, ad oggi, non funziona così perché questo esame viene usato e abusato per discriminare persone sane da persone malate! Vi rendete conto delle implicazioni di questa cosa? Questo test che dovrebbe essere usato per confermare la presenza del Sars-Cov-2 è invece utilizzato per confermare l’assenza del Sars-Cov-2! E basta vedere i numeri per capirlo:
► 60.000 tamponi; ► 210 positivi; di cui ► 199 in maniera molto modesta e probabilmente non erano infettivi; ► 11 positivi con segnale chiaro, di cui 4 asintomatici e 7 sintomatici; ► 3 casi in cui la carica virale è paragonabile a quella nella fase acuta dell’epidemia |
Infatti l’OMS, di grazia, sta ragionando sulla diminuzione del periodo di quarantena portandolo da 15 a 7/10 giorni proprio perché i “tamponati” oltre i 7 giorni dall’ultima positività mostrano percentuali ridicole di presenza del virus, qualunque cosa si intercetti.
E se pensate che la cosa finisca qui vi sbagliate perché in questa categoria di “infettati” con quantità ridicole di frammenti genici virali rientrano i portatori sani! Perché hanno, non hanno, non si sa in che misura, una certa carica virale che c’è ma non si vede… e se c’è forse non è nemmeno del virus cercato.
Questa è la farsa in cui tutti noi siamo invischiati, perché ignoriamo con quali assurdità ci tengono ingabbiati certe scelte politiche che poco o nulla hanno a che fare con la medicina seria. E i mass-media, complici e collusi, operano affinché il popolo resti sotto l’incantesimo del virus killer, agitando lo spauracchio dei mesi bui del lockdown.
Fonti:
– https://www.who.int/docs/default-source/coronaviruse/real-time-rt-pcr-assays-for-the-detection-of-sars-cov-2-institut-pasteur-paris.pdf?sfvrsn=3662fcb6_2
– https://it.wikipedia.org/wiki/Accertamenti_medici_idonei_ad_incidere_sulla_libert%C3%A0_personale
– Istituto Superiore di Sanità: Guida per la ricerca e gestione dei contatti (contact tracing) dei casi di COVID-19
Approfondimenti:
– https://www.scienzainrete.it/articolo/confronto-fra-diversi-test-sars-cov-2/rossella-petrantoni/2020-06-03
– L’asintomatico, il nuovo mostro da combattere – parte 2
– Dalla pagina facebook dell’On. Cunial https://www.facebook.com/watch/?v=1048668802242973
Immagine di copertina: stefamerpik su Freepik