Ungheria e Bulgaria frenano l’embargo al petrolio russo

Il 9 maggio, durante un meeting delle 27 nazioni dell’Unione Europea, l’Ungheria ha ribadito la propria contrarietà al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia proposto il 4 maggio.

Tra le misure previste, oltre all’esclusione di Sherbank – che rappresenta il 37% del settore bancario russo – dal sistema di transazioni internazionali SWIFT, la totale cessazione di importazione di petrolio russo, nello specifico entro 6 mesi il greggio e per fine 2022 quello raffinato.
“Siamo chiari, non sarà facile” ha dichiarato la presidente della commissione europea Ursula von der Leyden. “Alcuni stati membri dipendono in misura significativa dal petrolio russo, ma dobbiamo farlo assolutamente”.

Secondo fonti diplomatiche il governo presieduto da Viktor Orban starebbe cercando di ottenere l’esenzione totale dall’embargo. Anche Bulgaria, Repubblica Ceca e Slovacchia avrebbero manifestato il proprio disappunto.
In particolare, il governo di Sofia avrebbe richiesto un periodo più lungo per l’eliminazione graduale del petrolio russo. In caso tale deroga non venisse accordata, non sosterrebbe l’adozione delle sanzioni.

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