Vučić: la Serbia non entrerà nella NATO

Il 6 maggio, rivolgendosi alla nazione il presidente Aleksandar Vučić ha annunciato che, nonostante il Paese sia circondato da stati membri della NATO, la Serbia, che “è un paese militarmente neutrale, continuerà a rimanere tale, a meno che non ci sia una maggioranza a favore di una decisione” in direzione opposta. Ha poi aggiunto di stare considerando la possibilità di ripristinare il servizio militare obbligatorio per un periodo di 90 giorni. La reintroduzione del servizio di leva, abolito all’inizio del 2011, sarà oggetto di dibattito e votazione in sede parlamentare.

Lo scorso 22 marzo Vučić aveva già ricordato che il Paese “non può dimenticare i bambini uccisi durante l’aggressione” effettuata dall’alleanza atlantica nel 1999.

La scelta della neutralità rientra dichiaratamente nella volontà di mantenere relazioni amichevoli con Russia e Cina e nel processo di sviluppo delle relazioni con Washington.
Nel corso degli ultimi anni, il processo di integrazione della Serbia nell’ambito dell’Unione Europea è stato rallentato dall’attività di cooperazione con la Cina e dalle condizioni poste all’ingresso: riconoscimento del Kosovo e cessazione dei rapporti amichevoli con la Russia.

Nello stesso giorno, l’APA (agenzia di stampa austriaca) ha pubblicato i risultati di un sondaggio secondo cui il 75% dei cittadini austriaci si dichiara contrario all’ingresso dell’Austria nella NATO e il 46% si oppone all’annessione dell’Ucraina nell’Unione Europea (il 38% è a favore, il restante 16% non si esprime).

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