🔴 L’8 gennaio migliaia di sostenitori del presidente uscente Jair Bolsonaro hanno compiuto un assalto al Congresso, alla Corte Suprema e al palazzo presidenziale di Brasilia. Il giorno seguente il ministro della giustizia brasiliano Flavio Dino ha reso noto che sono state arrestate circa 1.500 persone in relazione ai disordini. Nel pomeriggio, decine di migliaia di brasiliani sono scesi nelle strade di Rio de Janeiro, Saõ Paulo e altre città . Al grido di “nessuna amnistia per i golpisti”, hanno manifestato per chiedere giustizia contro i responsabili di quello che è stato letto come un attacco alla democrazia
Nel corso di una conferenza stampa, il presidente Luiz Inácio Lula da Silva ha smorzato i toni definendo i rivoltosi una “minoranza di vandali” che nulla toglie alla buona fede e onestĂ degli elettori che hanno votato per Bolsonaro. Ha peraltro condannato l’incompetenza delle forze di polizia e dei servizi segreti – che sarebbero stati al corrente del rischio di un’irruzione – e ha assicurato che i “fascisti fanatici” che hanno partecipato alle sommosse così come coloro che ne hanno finanziato l’attivitĂ saranno puniti. Ha anche accusato Bolsonaro di aver incoraggiato la sollevazione.