Il decreto Ucraina diventa legge

Il 31 marzo, con 214 voti favorevoli, 35 contrari e nessun astenuto, il senato italiano ha votato la fiducia al governo Draghi sul cosiddetto decreto Ucraina – decreto legge 25 febbraio 2022 n.14 – che, dopo l’approvazione della camera il 17 marzo, a seguito di tale ratifica diventa legge.
Il provvedimento prevede, tra le altre cose, l’aumento delle spese militari fino al 2% del PIL – dagli attuali 25 miliardi di euro a circa 40 miliardi annuali – l’invio a titolo gratuito (cessione) all’Ucraina di mezzi ed equipaggiamenti militari non letali di protezione così come di armi letali, la partecipazione di personale militare italiano a iniziative della NATO. Oltre a misure di sostegno per l’accoglienza dei profughi ucraini, vengono contemplate misure preventive volte a fronteggiare “l’eccezionale instabilità del sistema nazionale del gas naturale derivante dalla guerra in Ucraina”, che saranno adottate dal ministero della transizione ecologica.

La conversione in legge è avvenuta lo stesso giorno in cui il presidente russo Vladimir Putin ha ribadito la decisione (già annunciata nei giorni precedenti) di accettare solo pagamenti in rubli da parte dei Paesi considerati ostili. Ha anche precisato che il rifiuto di utilizzare la valuta russa per i pagamenti delle forniture di gas, verrà considerato come una violazione del contratto. La dichiarazione è arrivata all’indomani di una conversazione tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Putin nel corso della quale il primo ha confermato l’intenzione dei G7 di pagare le forniture energetiche solamente in euro e dollari.
Il presidente russo ha inoltre deplorato il declino dei mercati europei e la probabile de-industrializzazione e perdita di milioni di posti di lavoro in Europa a favore di un flusso di capitali diretto unilateralmente ad alimentare il settore industriale militare degli Stati Uniti. Flusso derivante anche dall’aumento dell’approvvigionamento di gas americano, più oneroso di quello russo.

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