Prevedevamo che vi avremmo presto dovuto dare questo annuncio…
A dispetto delle numerose intimidazioni ricevute da “La Tua Televisione” (perché è paradossalmente questa la traduzione in italiano del nome della piattaforma video in questione): rimozioni di contenuti, shadow ban, sospensioni temporanee dell’account; Playmastermovie non ha abbassato la testa ed è per questo stata colpita dalla “sentenza definitiva” di espulsione da YouTube.
Quanto sta accadendo ultimamente a tantissimi canali in controtendenza rispetto al mainstream (100 Giorni da Leoni, la Finanza sul Web, No Paura Day TV, per citarne alcuni) è ulteriore prova che il tentativo di nascondere verità che non devono emergere non si è affatto concluso con il regredire della narrazione pandemica. Segno che ora il valore di un’informazione deontologicamente corretta è più pregnante che mai.
Dando voce agli invisibili Playmastermovie ha contribuito a scalfire una propaganda che intende mettere a tacere le sue stesse vittime, e risulta pertanto particolarmente sgradita agli artefici di tale costrutto menzognero. Soprattutto alla luce della constatazione che, grazie ad INVISIBILI, il pubblico che si sta avvicinando alla tematica degli effetti avversi da vaccino è in crescita esponenziale.
Ora più che mai è da notare che la strada intrapresa da Playmastermovie fin dagli esordi si è rivelata vincente. Fin da quella prima censura nel settembre 2020 – a cui ne sarebbero seguite diverse altre – abbiamo infatti focalizzato le energie su una piattaforma nostra, libera di sganciarsi dalle logiche e dai meccanismi insiti nei principali social.
È per questo che ancora oggi, nonostante il ban, potete fruire dei nostri contenuti – compreso “Il documentario sulle reazioni avverse che tutti devono vedere” – sul sito playmastermovie.com. È sempre per questo che, parallelamente alla divulgazione online, abbiamo pensato anche ad uno stile alternativo per intercettare il nostro pubblico: l’incontro faccia a faccia e il dibattito dal vivo.
Va però sottolineato che la nostra posizione radicale, se da un lato ci ha consentito una maggiore libertà lessicale e ideologica, dall’altro ha significato maggiori sforzi per il raggiungimento degli obiettivi che ci siamo prefissati. Sappiamo tutti quanto gli algoritmi, di cui i motori di ricerca si avvalgono, riescano a fare letteralmente scomparire i siti più scomodi; se a questo aggiungiamo l’atteggiamento, sempre più diffuso anche tra le nostre file, di soffermarsi principalmente sui risultati più visibili, il gioco è presto fatto.
Chiediamo dunque agli amici che hanno apprezzato il nostro modo di comunicare di sostenerci una volta di più; così come ai colleghi che credono in un’informazione spregiudicatamente indipendente dai padroni del discorso di dare rilievo all’ennesimo atto di violenza perpetrato nei confronti della libertà di espressione.