Si può morire per vivere? Quando la musica canta la verità.


In un panorama artistico grigio, dove la quasi totalità delle voci canta in modo sempre più acritico ciò che viene proposto dall’autorità statale, alla faccia dell’immagine del musicista contro corrente, che ha caratterizzato gli ultimi decenni del secolo scorso, esistono dei fiori rari che mostrano ancora un’autonomia di pensiero, lanciando così sprazzi di colore in un tessuto culturale altrimenti desolante.
Esempio in tal senso è la cantautrice Antonella Bianchi, chiamata da alcuni “la biondina di Survivor”, conosciuta attraverso i suoi nomi d’arte: Belen Thomas e Otero, con una carriera alle spalle molto ampia, che spazia dalla presenza come ospite al festival di Sanremo (“Aire”, “Save Me”) ai successi di sapore ispanico che spopolano al Festivalbar (“Y Mi Banda Toca El Rock”, “Survivor”, “Panamá”), passando per la collaborazione con i CCCP, gruppo italiano caratterizzato da una forte attenzione per tematiche sociali (“Le Bianche Spose”, dall’album “Matrilineare”, “Lager blumen”, Nemmeno Dopo il Buio )… Finché Antonella non si allontana da dinamiche in cui fatica a riconoscersi e comincia a raccontare di un mondo diverso, più umano, in contrasto con quanto si va affermando nella società contemporanea.

Playmastermovie l’ha incontrata in occasione del brano “Un Pianeta Verde”, di cui Alessandro Amori ha curato il videoclip (guarda il videoclip di Un pianeta verde https://playmastermovie.com/un-pianeta-verde), e ritrovata in occasione della nuova canzone “Invisibili”, composta su ispirazione dall’omonimo documentario di Paolo Cassina che tratta la tematica delle reazioni avverse da vaccino Covid-19. (guarda qui il documentario https://invisibili.playmaster.it/)
Colpiti dal coraggio di questa artista e dalla sua forza, caratteristiche che Antonella riesce a far emergere attraverso una comunicazione sempre rispettosa e accogliente anche verso punti di vista diametralmente opposti, abbiamo ritenuto interessante “conoscerla meglio” attraverso l’intervista che potete leggere di seguito.

Come nasce la canzone “Invisibili”?

“Invisibili” è frutto di un’ispirazione dopo aver visto il docufilm INVISIBILI, pensando alle migliaia di persone che sono state dimenticate dalle istituzioni ma soprattutto ricordando Runa, il figlio diciottenne della mia cara amica Doina, scomparso lo scorso anno improvvisamente per un attacco di cuore dopo la seconda dose. La mia canzone è dedicata a lui, che aveva tutta la vita da davanti e che per vivere ha fatto una scelta che lo ha portato ad andarsene troppo presto.
“Invisibili” è anche per le persone scomparse per mancanza di assistenza medica o per terapie sbagliate, come è accaduto ad un mio caro amico, armonicista di rara bravura, scomparso anche lui per non essere stato curato in tempo e nel giusto modo. Fabrizio Frosi detto Bricchio. Sempre nel mio cuore.

A livello artistico sei conosciuta come Belen Thomas e Otero: cosa racconta di te questa scelta?

Belen Thomas è un nome che non ho scelto e che per una serie eventi è rimasto il mio nome d’arte più conosciuto. Ho avuto molto successo con brani dance leggeri in stile ispanico fine anni 80.
Otero invece l’ho scelto per dare voce al mio alter ego più profondo. Con Otero ho potuto esprimere la mia parte di ricerca musicale, approfondendo tematiche non proprio semplici. In me esistono le due parti, quella leggera e spensierata e l’altra più intima e profonda. Sono sempre io.

Fino a questi ultimi brani, in cui ti presenti come Antonella Bianchi: semplicemente tu…

Dopo tanti anni in cui ho avuto diversi pseudonimi ad un certo punto della mia vita ho sentito il bisogno di sentire riconosciuto il mio vero nome anche in campo musicale. Così quando ho scritto Un Pianeta Verde ho deciso che per questo progetto che include anche Invisibili e che mi sta particolarmente a cuore, avrei usato il mio nome.

Come mai, a tuo parere, molti artisti si sono attivamente impegnati a sostegno delle recenti iniziative intraprese dal governo e perché invece tu hai fatto una scelta contro corrente?


Sinceramente ancora non riesco a spiegarmi il perché tanti miei colleghi, molti apparentemente impegnati musicalmente parlando, si siano schierati a favore delle iniziative assurde prese da politici, classe medica e mainstream. Molti di loro li conosco personalmente e con alcuni eravamo anche molto amici. Alcuni credo siano stati impressionati e plagiati dal racconto mediatico, per altri forse è stato semplicemente più conveniente stare dalla parte dei più forti.
Personalmente, non mi è mai interessato adattarmi a regole che non approvo e che non comprendo. È il mio senso di giustizia che me lo impedisce. Per cui ho preso una posizione netta di fronte ad un ingiustizia che era sotto gli occhi di tutti, ma che in molti non hanno voluto vedere.
Ho scritto “Forza Ondulatoria” quando ero a Trieste per sostenere la protesta dei portuali e poi ho continuato ad avere ispirazioni in tal senso. Sono una persona autentica e la mia autenticità non la svendo per niente e nessuno.

Parlando di impegno sociale, non si può non menzionare la tua prima canzone come Antonella Bianchi: “Un Pianeta Verde”. Cosa ci vuol dire questo brano?

“Un Pianeta Verde” vuole essere un messaggio di speranza per ritrovare la nostra umanità. Non sto parlando di pensiero positivo, né penso che sarà una cosa facile. Sono consapevole che la storia dell’uomo è costellata da guerre, violenze e soprusi e questo dipende dalla distruttività intrinseca degli esseri umani e che è in ognuno di noi. Trasformare la distruttività in creatività è la via che può salvare l’umanità dalla deriva. Riconoscere che dentro ognuno di noi c’è un lato oscuro che va riconosciuto e accettato altrimenti il lato luce che pure esiste resterà inevitabilmente al buio.

Ascolta Invisibili 🎧 https://playmastermovie.com/invisibili-antonella-bianchi

Ascolta Un pianeta verde 🎧 https://playmastermovie.com/un-pianeta-verde

Guarda Invisibili Live ▶️ https://playmastermovie.com/invisibili-live-antonella-bianchi

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