Ucraina: dialogo in stasi

Ieri a Berlino nove ore di scambi tra i consiglieri politici del Formato Normandia non hanno portato ad alcuna soluzione della questione ucraina. Sembrerebbe che ad inficiare i lavori sia stata principalmente la posizione portata avanti dall’Ucraina che, sostanzialmente, rifiuta l’implementazione del Protocollo di Minsk. Dmitry Kozak, il vice capo di stato maggiore dell’ufficio esecutivo presidenziale russo, ha affermato di non aver colto alcuna mossa in tale direzione nelle posizioni espresse da Francia e Germania, che a suo giudizio avrebbero invece sostenuto l’Ucraina nel continuare ad attenersi alla politica perseguita negli ultimi 8 anni. Ovvero dal momento in cui è stato firmato l’accordo, rimasto disatteso nei fatti.


Nelle ultime ore USA e Giappone hanno invitato i propri connazionali a lasciare l’Ucraina. La Russia sta invece considerando la possibilità di evacuare una parte del corpo diplomatico dall’ambasciata a Kiev. Notizie non incoraggianti, cui fanno eco le dichiarazioni di Maria Zakharova, portavoce del Ministero degli esteri russo. La diplomatica ha scritto su Telegram che la NATO continua a rafforzare la sua presenza militare vicino al confine russo e per giustificarla fomenta la tensione facendo circolare voci di una possibile invasione da parte della Russia. Voci smentite da Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino.


In serata, al termine di un incontro con Sergei Shoigu, Ministro della Difesa russo, il Segretario britannico della Difesa Ben Wallace ha espresso il proprio sostegno all’implementazione del Protocollo di Minsk, lanciando un monito in merito alle drammatiche conseguenze di un’ipotetica invasione dell’Ucraina da parte della Russia.

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