Ucraina: verso la rottura diplomatica con la Russia?

Il 21 febbraio 2022 il presidente russo Vladimir Putin ha firmato un decreto che ha riconosciuto la sovranità delle Repubbliche Popolari di Donetsk (DPR) e Lugansk (LPR), il cui territorio occupa una regione dell’Ucraina sud-orientale detta Donbass. Il nome è una parola composta che fa riferimento alla natura carbonifera dell’area. A seguito di un referendum, il 12 maggio 2014 entrambi gli Stati hanno dichiarato la propria indipendenza, senza peraltro trovare riconoscimento da parte della comunità internazionale – le Nazioni Unite parlano di un “allarmante deterioramento” dei diritti umani nei territori degli independentisti – e tanto meno dall’Ucraina, del cui territorio fanno formalmente parte. Il riconoscimento russo costituisce una chiara presa di posizione rispetto ai recenti attacchi delle forze militari ucraine contro il Donbas, i cui leader – rispettivamente, Denis Pushilin (DPR) e Leonid Pasechnik (LPR) – avevano annunciato il 18 febbraio l’evacuazione dei civili in Russia.

La reazione ucraina è arrivata il giorno seguente con la dichiarazione del presidente Vladimir Zelensky secondo la quale starebbe considerando la richiesta del suo ministro degli esteri di interrompere le relazioni diplomatiche con la Russia. In risposta il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov ha deplorato tale possibilità che “renderebbe tutto ancora più difficile non solo per gli Stati ma anche per le loro popolazioni”. Sempre il 22 febbraio il ministro russo degli esteri ha invitato altri Paesi a riconoscere l’indipendenza di DPR e LPR.

La situazione rimane tesa. Secondo quanto riportato da Eduard Basurin, portavoce del ministero della difesa del DPR, gli attacchi, nonostante i cessate il fuoco, sarebbero tuttora in corso.

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