Il 2 marzo 2022 il Senato, con 193 voti a favore e 35 contrari, ha rinnovato la fiducia al governo approvando in modo definitivo il decreto legge che impone l’obbligo di vaccinazione contro il Covid per i cittadini italiani al di sopra dei 50 anni.
Il testo dispone, dal 15 febbraio 2022 al 15 giugno 2022, l’obbligo di presentare un certificato verde Covid “rafforzato” – cioè derivante dal completamento del ciclo vaccinale o da guarigione entro gli ultimi 6 mesi – per accedere ai luoghi di lavoro.
Massimiliano Romeo, capogruppo della Lega al Senato, pur avendo votato a favore, ha dichiarato “È un provvedimento che oggi diventa anacronistico: due mesi fa poteva avere le sue giustificazioni sulla base dei dati che erano molto allarmanti, oggi siamo per fortuna in una situazione completamente diversa”.
Il 3 marzo Pierpaolo Sileri, sottosegretario al ministero della Salute, riferendosi ai rifugiati ucraini ha dichiarato che “lo status di rifugiato consente l’accesso alla nostra sanità, oggi o domani uscirà la circolare del nostro ministero, verranno fatte tutte le procedure, compreso il tampone per chi arriva e verrà offerta loro la possibilità di vaccinazione”.
Ha poi precisato che tale status “non prevede l’obbligo del super Green Pass, è chiaro che noi offriremo la vaccinazione ma quello che serve alle persone che giungono da noi ora è un abbraccio”. Per l’accesso a treni o bus “si procederà ad un controllo mediante tampone” dei rifugiati.
Lo stesso giorno il primo ministro francese Jean Castex ha annunciato al TG di TF1 la sospensione del pass vaccinale [l’equivalente del certificato verde rafforzato, N.d.R.] in Francia a partire dal 14 marzo. Il pass sanitario [quello ottenibile con un semplice tampone, N.d.R.] rimarrà obbligatorio nelle strutture sanitarie, così come l’utilizzo della mascherina, che sarà richiesta anche per i trasporti pubblici “tenuto conto della promiscuità”. Viene mantenuto l’obbligo vaccinale per i caregiver.
