Caro collega senza nome e senza volto, il complottismo – attitudine di chi ordisce complotti, non di chi li sospetta, come impropriamente è utilizzato da ormai quattro anni – tira eccome, e ne è un esempio cristallino il tuo nuovo articolo fazioso, lessicalmente povero, eticamente riprovevole, riguardo alla proiezione che si è tenuta a Trapani lo scorso 27 aprile, del docu-film di Alessandro Amori “La morte negata”, prodotto da Playmastermovie.
La recensione sarcastica non è seguita alla visione del documentario, ma è stata pubblicata on line preventivamente, ancora una volta con una sintesi di luoghi comuni e inesattezze: strana deontologia, la tua, caro collega. Insolita declinazione della professionalità che un giornalista dovrebbe possedere.
Mettiamo qualche punto fermo: i decessi post-inoculazione di quello che non può essere definito un vaccino (se ti fossi documentato, lo sapresti), non sono ‘strani’, sono la conseguenza di quel siero sperimentale spacciato per ‘salvavita’.
Molte delle migliaia di morti che sono avvenute negli ospedali e nelle RSA, durante il 2020 e negli anni successivi, sono un crimine contro l’umanità, e se ti fossi premurato di assistere alla proiezione, prima di scrivere falsità, lo avresti compreso.
Ma hai una chance! Puoi certamente divenire una persona informata sui fatti, e quindi un giornalista degno di tale qualifica, andando a vedere sia il docu-film che ti sei preso la briga di sbeffeggiare a priori, sia il nuovo lavoro magistrale di Paolo Cassina: “Non è andato tutto bene”, prodotto sempre da Playmastermovie.
Caro collega, divulgatore di fake news – non perdoni neppure lo sponsor: il ‘noto network complottista Byoblu’! -, ti aspettiamo ai dibattiti in sala: siamo certi che non temi il confronto civile, ben argomentato e supportato dai dati scientifici e dalla documentazione enciclopedica che è a tua disposizione, se vorrai.
Sarebbe ‘un’indecenza’ declinare l’invito rivolto a te e alla tua redazione, non pensi? Ad attendervi, troverete: medici; legali; danneggiati; parenti delle vittime; colleghi giornalisti, e i registi delle opere accurate e ponderali che raccontano la verità su quanto accaduto, e che entreranno nelle aule della Giustizia come prove oggettive dello scempio e del crimine che sono stati compiuti.
Confidiamo nel tuo coraggio!
Rebecca Raineri
Guarda il documentario ▶️ La morte negata